
Biografia
Stefania Modafferi ha ottenuto la laurea triennale cum Laude in Biotecnologia nel 2018 presso l’Università degli Studi di Milano. Durante il suo internato di tesi si è occupata dell’isolamento di batteri appartenenti al genere Asaia da esemplari di Phelobotomus perniciosus attraverso metodi culture-dipendenti e indipendenti allo scopo di implentare strategie di paratransgenesi per il controllo delle leishmaniosi. Nel 2020 Stefania ha ottenuto la laurea magistrale cum Laude in Biodiversità ed Evoluzione Biologica presso l’Università degli Studi di Milano. Per il suo internato di tesi, Stefania ha partecipato al programma Erasmus+ che le ha permesso di lavorare sul differenziamento di cellule staminali embrionali in progenitori neurali al fine di studiare gli effetti dell’esposizione prenatale al paracetamolo sulle fasi precoci dello sviluppo neurale presso l’Oslo University Hospital. A partire da dicembre 2020, Stefania lavora presso l’Istituto di Genetica Molecolare di Pavia grazie ad una borsa di studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche nell’ambito del progetto INTERSLA per studiare il ruolo del danno al DNA nell’insorgenza della sclerosi laterale amiotrofica (SLA). A ottobre 2021 Stefania ha iniziato il suo PhD presso lo IUSS (Istituto Universitario di Studi Superiori) di Pavia per continuare i suoi studi sulla SLA.
La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa. Mutazioni in molti geni, tra cui cui TARDBP (TAR DNA binding protein) e FUS (fused in sarcoma), che codificano rispettivamente per le proteine TDP-43 e FUS, sono state associate a questa patologia. Queste proteine, oltre che essere coinvolte nel metabolismo dell’RNA, sono anche implicate nel DNA repair. Nei pazienti, le forme mutate di FUS e quelle WT e mutate di TDP-43 si accumulano nel citoplasma delle cellule dei tessuti affetti sotto forma di aggregati proteici. Questi aggregati sono considerati una caratteristica distintiva della SLA. Evidenze sperimentali indicano che i pazienti affetti da SLA presentano livelli elevati di danno al DNA ma il meccanismo alla base di questa osservazione è sconosciuto. Durante il mio PhD voglio studiare i meccanismi alla base dell’accumulo di danno al DNA conseguenti alla formazione di aggregati citoplasmatici in modelli cellulari di SLA. A questo scopo, studierò quali fattori coinvolti nell’attivazione della risposta al danno al DNA (DDR) e nel successivo riparo sono deregolati in cellule con inclusioni citoplasmatiche. L’uso di cellule staminali pluripotenti indotte (iPSCs) derivate da fibroblasti di pazienti, già a nostra disposizione, mi permetterà di confermare i risultati ottenuti da colture neurali in vitro. Infine, voglio anche validare i risultati ottenuti riguardanti difetti nell’attivazione del DDR dovuti a deregolazione di FUS e TDP-43 in modelli animali di SLA, quali Mus musculus, Drosophila melanogaster e Danio rerio.