
Quali aree del nostro cervello sono coinvolte quando siamo messi di fronte a diversi tipi di parole? Nel caso di parole concrete o astratte quali parti del cervello si andranno ad attivare? Perchè è importante conoscere i risultati di questo studio di Risonanza Magnetica Funzionale condotto dal Centro ICoN della Scuola IUSS di Pavia, in collaborazione con l' ospedale San Raffaele di Milano e con l’University College of London e pubblicato su Scientific Report? Qual è lo scopo del progetto?
Tutti i giorni incontriamo diversi tipi di parole. Alcune di queste, come libro o cane, si riferiscono a ciò che possiamo percepire attraverso i nostri cinque sensi e per questo sono identificate come concrete, e sono inoltre facilmente classificabili, ad esempio in oggetti e animali. Altre parole, invece, come tolleranza e noia, non sono strettamente collegate alla percezione sensoriale e per questo sono definite più astratte. Tuttavia queste ultime possono essere associate a differenti aspetti legati all’esperienza individuale, come quella emotiva o sociale. Uno studio condotto dalla dottoressa Francesca Conca e dalla Professoressa Eleonora Catricalà del centro ICoN dello IUSS di Pavia, coordinato dal Prof. Cappa, in collaborazione con il Dott. Della Rosa dell'ospedale San Raffaele di Milano e con l’University College of London e pubblicato su Scientific Reports ha indagato quali aree del nostro cervello sono coinvolte quando siamo messi di fronte a diversi tipi di parole. I risultati hanno mostrato come le aree che ci permettono di provare emozioni e interagire con gli altri sono anche attivate quando leggiamo parole come tolleranza e noia. Viceversa, le aree coinvolte nell’elaborazione visiva, si attivano anche quando leggiamo parole come libro o cane. Questi risultati apportano un notevole contributo all’attuale conoscenza dei correlati neurali della conoscenza concettuale. Lo studio è parte di un più ampio progetto che mira a caratterizzare i concetti astratti e la rispettiva organizzazione cerebrale, attraverso studi funzionali, di stimolazione magnetica transcranica (TMS) e con pazienti affetti da patologie neurodegenerative.