
Malessere psicosociale e impatto della pandemia di Covid-19 sul paziente con malattia cronica. Uno studio cross-sectional di un gruppo di ricercatrici pavesi in collaborazione con l’Unità Ematologia con Talassemia A.R.N.A.S. Civico Di Cristina di Palermo ci spiega quanto l’incertezza per il futuro stia minando la salute psicofisica dei soggetti più fragili e come sia importante un’attivazione precoce di percorsi strutturati di supporto psicologico.
I cambiamenti radicali indotti dalla pandemia da Covid-19 rappresentano oggi più che mai una minaccia per la salute dei soggetti più fragili che vivono in una costante condizione di incertezza per il proprio futuro. Recenti evidenze raccolte nel corso dell’ultimo anno di pandemia Covid-19 hanno documentato come stress, ansia e isolamento sociale siano dei fattori chiave in grado di influenzare il delicato equilibrio degli individui affetti da condizioni croniche preesistenti. Nel lavoro “Uncertain crisis time affects psychosocial dimensions in beta-thalassemia patients during Covid-19 pandemic: A cross-sectional study” recentemente pubblicato su Journal of Health Psychology (DOI: 10.1177/13591053211049942) Chiara Cerami (IUSS Pavia), Gaia Santi (IUSS Pavia) e Chiara Crespi (Università di Pavia) in collaborazione con Giovan Battista Ruffo e Irene Sammartano dell’U.O. di Ematologia con Talassemia dell’Ospedale Civico di Palermo hanno indagato quanto la crisi pandemica abbia condizionato il precario equilibrio psico-fisico e sociale dei pazienti affetti da beta-talassemia. Lo studio che è stato condotto su 129 soggetti, suddivisi in pazienti e controlli sani, ha indagato il profilo psicosociale, la sintomatologia legata al Covid-19, il rischio individuale di contagio SARS-CoV2, e i cambiamenti nelle condizioni cliniche e le loro possibili cause.
I risultati dello studio mostrano nei pazienti livelli di ansia più elevati correlati al cambiamento repentino e radicale delle abitudini di vita sociale nonché un maggiore impatto globale della pandemia e un’accentuata tendenza a ricorrere a strategie disfunzionali per la gestione del cambiamento. L'isolamento sociale e la vulnerabilità dei pazienti ai fattori di stress indotti dalla pandemia hanno impedito loro un adattamento psicologico efficace allo stress provocando un impatto negativo sulla percezione dei sintomi e un maladattamento ai cambiamenti nelle abitudini di vita, come quelli imposti durante i lockdown. La persistente riduzione delle interazioni sociali vissuta in situazioni inaspettate e incerte come la pandemia di Covid-19 ha rappresentato e potrà ancora rappresentare nell’era post-Covid un pericolo per i pazienti cronici fragili, contribuendo all'instabilità dell'umore e alla riduzione della qualità della vita. L’attivazione strutturata di percorsi di supporto psicologico nell’era post-Covid è quindi una priorità per gestire prontamente il disagio psicosociale e promuovere il benessere evitando l’istaurarsi di ulteriore malessere cronico.