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Il sapere che vorrei
Testo

ANDREA SERENI Filosofo

In un famoso testo del 1784 Immanuel Kant si proponeva di rispondere alla domanda “Che cos'è l'Illuminismo?”. La definizione, sintetica quanto iconica, è che “L'illuminismo è l'uscita dell'essere umano dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole”. Lo stato di minorità si deve alla “incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro”. E tale incapacità diventa colpevole “se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un altro”. Non è difficile vedere nel passaggio da tale stato di minorità allo stato di autonomia dell'essere umano una stretta analogia con il microcosmo privato delle età della vita. D'altronde, precisa Kant, “È così comodo essere minorenni!”. 

La rivoluzione personale che aspetta chi si affaccia agli studi accademici ha spesso – o dovrebbe comunque avere – il sapore dell'illuminismo kantiano. Il passaggio da studenti a studiosi è una difficile ma entusiasmante conquista di libertà e autonomia, lastricata di ostacoli e vicoli ciechi, di orizzonti spalancati e vastità spiazzanti. E di contraddizioni. Non si apprende se non costringendosi inizialmente ai paradigmi e ai criteri di una disciplina, ma non si cresce se non scavalcando, integrando, inseguendo curiosità ed emancipazione. L'autonomia – la capacità di orientarsi nel pensiero – non si raggiunge senza guide, senza affidarsi a chi costudisce almeno un pezzettino di sapere da tramandare, ma richiede che la guida non diventi ceppo o giogo, non costringa la diversità, non limiti l'inventiva, non inibisca lo scontro, non impedisca quella che Kant riteneva “la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi”.

L'avventura della ragione che anima il passaggio dalla minorità all'autonomia, che va dallo studio alla ricerca e a ciò che essa restituisce – in tempi incerti e delicati – ai singoli e alla società, è una miscela complessa di fiducia e dubbio, di isolamento e di comunità, di condivisione e di indipendenza. Promette maturità ma richiede fatica, esattezza e sensibilità. Soprattutto, richiede coraggio. Non a caso il motto – il motto stesso dell'illuminismo – che a lungo ha accompagnato la Scuola IUSS è l'incitazione con cui Orazio distilla uno dei suoi più preziosi consigli: Sapere Aude – abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza.

A chi si appresta a questa avventura, con l'umiltà di imparare e la passione per le rivoluzioni, l'unico incitamento possibile è quello che rimane del consiglio di Orazio: incipe!