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Lo spazio che vorrei
Testo

ANDREA TARAMELLI, geologo

Sin da bambini si rimane affascinati da quello che è sempre stato il concetto di Spazio: una visione verso il futuro piena di incertezze e di scoperte innovative. Nel corso del precedente secolo e in questo appena iniziato lo spazio ha sempre avuto un ruolo chiave per lo sviluppo e ha visto uno dei suoi momenti epici quando John Kennedy fu eletto Presidente degli Stati Uniti. A pochi mesi dal suo insediamento infatti e precisamente nel maggio del 1961, Kennedy si presentò al congresso chiedendo il sostegno per un progetto straordinariamente ambizioso. Disse: “Credo che questo Paese debba impegnarsi a realizzare l’obiettivo, prima che finisca il decennio, di far arrivare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra. Non c’è mai stato nessun progetto spaziale così impressionante per l’umanità, o più importante per l’esplorazione dello spazio e nessuno sembrava così difficile e così costoso da realizzare.” Un progetto folle ma visionario: un viaggio costosissimo, pericolosissimo con l’obiettivo inutile dichiarato di arrivare sulla Luna per tornare a casa. Era ed è infatti opinione diffusa che in una società industriale lo sguardo visionario attraverso la tecnologia sia un fattore determinante per mantenere un vantaggio rispetto ai concorrenti ed evitare la perdita di competitività della propria base industriale e con essa minare la stessa sovranità nazionale, creando le condizioni favorevoli al declassamento, alla de-industrializzazione e a tutte le relative conseguenze sul piano socio-economico. Per questo motivo il progetto Apollo costò complessivamente oltre 100 miliardi di dollari attuali, coinvolse centinaia di migliaia di scienziati e tecnici e migliaia di aziende, produsse un’enormità di innovazioni tecnologiche in tanti diversi settori industriali e migliaia di brevetti, garantì lo sviluppo di ambiti tecnologici nei quali le industrie americane sono state leader indiscusse per decenni. John Kennedy nel settembre del 1961 pronunciò il famosissimo discorso alla Rice University di Huston, vicino al quartier generale della NASA, in cui annunciò il programma spaziale di fronte a 40.000 persone ma non vide l’allunaggio di Neil Armstrong perché fu assassinato nel 1963. Proprio per questo tuttavia, prima di focalizzarsi esclusivamente sul concetto di tecnologia, cercando di comprendere in che misura essa costituisca un fattore abilitante per uno sviluppo sostenibile, vale la pena ricordare come il progresso tecnologico rimandi al concetto più ampio di innovazione e sviluppo, non necessariamente tecnologica e che siano questi, piuttosto che la tecnologia in sé, il fondamento di ogni progresso socio economico, come avviene negli ecosistemi naturali con il processo di evoluzione. Si può quindi dire che lo spazio di crescita del benessere economico e sociale dipende da un investimento forte e strategico quale quello dello spazio, inteso come quel sistema che comprende tutti gli attori pubblici e privati coinvolti nella fornitura di prodotti e servizi spaziali. Lo Spazio e quella che oggi viene definita la New Space Economy si caratterizza per comprendere una lunga filiera che parte dai produttori di space hardware (ad esempio lanciatori, satelliti, stazioni a terra) fino a comprendere i fornitori di prodotti abilitanti (ad esempio apparecchiature di navigazione, telefoni satellitari) e servizi (servizi meteorologici basati su satelliti o servizi direct-to- home video). L’importanza dello sviluppo socio economico nel settore spazio introduce bene il concetto di “sviluppo sostenibile” che tiene in conto l’ambito economico, sociale e ambientale, in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni dell’attuale generazione senza compromettere i bisogni delle generazioni future. Dal punto di vista socio-economico lo sviluppo da solo non è sufficiente, esso va pianificato e programmato in modo sostenibile. È importante che questo sviluppo sia durevole nel tempo e sia fatto in forma graduale, creando un’economia basata su un’ottima relazione tra la crescita economica, le condizioni sociali e l’uso delle risorse. In questo modo emerge l’importanza dello spazio dell’innovazione, come motore principale del progresso socio economico di un paese.

Questo forte investimento sullo spazio attraverso la New Space Economy deve essere quindi ora finalizzato a sfruttare l’infrastruttura spaziale al meglio intendendo con ciò non solo le capacità esistenti ma anche la promozione e il sostegno alla ricerca di servizi innovativi e nuove tecnologie. A ciò va aggiunta la necessità di indirizzare la ricerca di nuove tecnologie e applicazioni che meglio rispondano e anzi anticipino le più importanti sfide sociali contemporanee. In questo modo emerge l’importanza dell’innovazione, come motore principale del progresso socio economico di un paese.

Questo è lo spazio che vorrei…come definito dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) nel manuale di Oslo1: l’innovazione non si esaurisce nella sua dimensione tecnologica2 ma necessità di nuovi visionari, quale lo fu Kennedy, capaci di individuare un fattore di scala che possa mappare il posizionamento di una determinata tecnologia e della filiera in cui si contestualizza per il futuro delle prossime generazioni.

1 http://www.oecd.org/sti/oslomanual/

2 An innovation is the implementation of a new or significantly improved product (good or service), or process, a new marketing method, or a new organizational method in business practices, workplace organization or external relations.