Franco Rositi ci ha lasciati e siamo in molti nella Comunità Accademica Pavese ad avere avuto modo di apprezzarne le straordinarie doti di docente e di studioso. Nell'Ateneo pavese il Prof. Rositi ha legato il suo nome allo sviluppo delle scienze sociali, meritando il titolo di Professore Emerito. Anche nella storia dello IUSS Rositi ha lasciato una traccia importante, essendo stato, con Salvatore Veca, un convinto sostenitore che fosse giunto il tempo di riprendere una idea del Rettore Alberto Gigli Berzolari e di istituire presso l'Università di Pavia una Scuola Superiore per giovani studenti universitari di particolare talento. All'epoca, la proposta di Gigli Berzolari non fu accolta dal Consiglio di Amministrazione dell'Università. I tempi non erano ancora maturi. Erano, infatti, i tempi in cui gli studenti si battevano per il diritto allo studio inteso come l'offerta a tutti i giovani “meritevoli, ancorché privi di mezzi”, di poter frequentare l'Università e conseguire un titolo che migliorasse la loro condizione sociale. La proposta di Gigli Berzolari venne giudicata troppo elitaria e venne quindi respinta.
Nei miei primi anni di rettorato volli riprendere l'idea di Gigli Berzolari. A mio avviso, si trattava di presentare l'iniziativa proprio come un completamento del concetto di diritto allo studio. Ad un ristretto numero di giovani universitari, che stavano dimostrando particolari doti di apprendimento, andava offerta la possibilità di un approfondimento dei temi propri del loro settore disciplinare e di estendere la loro visione in senso interdisciplinare, senza dover appesantire i normali programmi di studio e senza dover attendere specifici percorsi post-laurea. Salvatore Veca e Franco Rositi condivisero subito questa interpretazione e lavorarono con me per definire le caratteristiche della Scuola Superiore da proporre al Ministero. L'appoggio di un filosofo e di un sociologo della fama di Veca e di Rositi furono fondamentali.
Si discusse a lungo se limitare l'accesso alla Scuola solo ad alcuni aree disciplinari e se attivare la Scuola all'interno dell'Università o come Istituzione autonoma, all'interno del sistema universitario pavese. Si decise che la Scuola dovesse essere aperta a tutti i settori disciplinari presenti in Università e che la Scuola dovesse avere una gestione autonoma. Così venne proposta al Ministero e così venne approvata, Salvatore Veca ed io passammo allo IUSS, mentre Rositi preferì rimanere in Università.
E' quindi giusto che il nome del Prof. Franco Rositi venga sempre ricordato nella storia dello IUSS.
Roberto Schmid