L’attenzione al linguaggio di genere è funzionale al raggiungimento della parità nei diritti reali della persona: è un fatto politico e non linguistico e come tale deve sottostare alle opportunità della comunicazione e non della grammatica, senza tuttavia generare effetti contro¬pro¬ducenti. La ricchezza della morfologia di una lingua romanza come l’italiano, infatti, non si presta ad un uso costantemente raddoppiato di femminile e maschile che genererebbe fastidiose ridondanze, a differenza di una lingua come l’inglese dove il genere, sempre binario, è espresso solo nel sistema pronominale. Tuttavia, in punti cruciali dei testi, per esempio nell’incipit, dove la segnalazione dell’opportunità di un ruolo femminile accanto a quello maschile diventa senz’altro un arricchimento per tutti, allora l’uso dei due generi è raccomanda¬bile. In questo senso, si è deciso, conformemente ai consigli espressi dall’Accademia della Crusca [1,2], dall’Enciclopedia “Treccani”[3] dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca [4], di utilizzare il maschile inclusivo salvo in alcuni punti scelti dove ci è sembrato più opportuno che accanto alle azioni concrete e positive si affiancasse anche questo segnale linguistico: “Forse, un uso consapevole del maschile plurale come genere grammaticale non marcato, e non come prevaricazione del maschile inteso come sesso biologico (come finora è stato interpretato, e non certo ingiustificatamente), potrebbe risolvere molti problemi, e non soltanto sul piano linguistico. Ma alle parole andrebbero poi accompagnati i fatti.” (D’Achille, 2021).
- D’Achille, Paolo (2021) “Un asterisco sul genere”, Consulenza linguistica, Accademia della Crusca, 24 Settembre 2021.
- Robustelli, Cecilia (2012) “Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo”, progetto formativo “Genere e linguaggio”, promosso dal Comitato Pari Opportunità del Comune di Firenze e realizzato in collaborazione con l’Accademia della Crusca, Firenze, maggio 2012.
- Thornton, Annamaria (2021) Perché "fratelli" è usato sia come plurale di "fratello" che di "fratello" e "sorella" insieme? Perché "uomo" significa sia "individuo di sesso maschile" che "essere vivente appartenente al genere umano"?
- AA. VV. (2018) “Indicazioni per azioni positive del MIUR sui temi di genere nell’Università e nella Ricerca”, MIUR.