
C’è un’immagine di Andrea Belvedere che mancherà a tutti noi della Scuola IUSS. La sua presenza in cattedra, a sera tarda, di fronte a un’aula più gremita del solito, protetta solo da una parete di vetro: salutava sempre, quando si passava nel corridoio. Cosa spingesse uno studioso del suo calibro culturale e accademico a questo ulteriore suo sforzo, non certo richiesto, non certo dovuto, non certo aspettato, appariva subito chiaro dall’espressione che traspariva dal suo volto: insegnando, sorrideva. E proprio questa evidente sua passione, condita spesso da un’ironia disarmante, spingeva non di rado noi colleghi più giovani a capitare un po’ prima dell’inizio della lezione fuori dall’aula per scambiare due parole e con ciò condividere e far propria una dose di quella forza potente, umana e culturale, che emanava. Quella forza, ora, non è certo perduta: rimane in noi come testimonianza di una scelta che fa dell’insegnamento una missione positiva, un modo, superiore a qualsiasi steccato accademico, per regalare alle persone del futuro l’esperienza della propria vita.
Ricordo del Prof. Andrea Moro, Rettore Vicario della Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia