L’espressione spin-off viene utilizzata nell’economia aziendale e si riferisce ad un nuovo soggetto di diritto, che può essere una società di capitali, ma anche una S.r.l. o startup. Questa nuova entità giuridica nasce spesso dall’unione di un’azienda con un ente di ricerca e sviluppo, appartenente, per esempio, all’Università. È quindi un’ottima soluzione per sfruttare pienamente un progetto di ricerca, grazie all’operatività di un’impresa che lo accoglie. Questo tipo di attività sono ormai diffuse anche in Italia e vengono inserite tra le beneficiarie di tanti bandi pubblici.
Spin-off: di cosa si tratta
La nascita di spin-off è sempre più diffusa in Italia, e in particolar modo aumentano le unioni tra enti pubblici di ricerca (come le Università) e le imprese del territorio.
Per spin off accademico si intende una società finalizzata all'utilizzazione economica dei risultati della ricerca universitaria, a favore della quale l'Università autorizzi la partecipazione del proprio personale di ruolo e non di ruolo, anche all'atto della costituzione ed inoltre renda disponibili alcuni servizi per facilitarne l'avvio e il primo sviluppo.
Questo tipo di attività permette di sfruttare i risultati di una ricerca e dare valore alle competenze maturate all’interno dell’Università, trasferendo questo importante bagaglio nel tessuto produttivo.
Chi può partecipare
I soci fondatori della società di spin off accademico, oltre all'Università, possono appartenere a una o più delle seguenti categorie:
- professori e ricercatori dell’Università;
- titolari di assegni di ricerca, di borse di studio post-laurea e dottorandi dell’Università;
- persone e società esterne, alle quali l'Università metta a disposizione spazi, attrezzature e servizi.
Congiuntamente ai soggetti di cui al comma precedente possono concorrere allo spin off accademico o avere in esso partecipazione azionaria:
- enti di ricerca;
- parchi scientifici;
- enti pubblici;
- imprese e consorzi di imprese;
- banche e intermediari finanziari;
- società di assicurazione.